29/01/09

Fiat. Prima spende per comprare Chrysler e poi chiede gli incentivi dello Stato.

Una serie di avvenimenti strani per l'economia all'interno della FIAT in questi giorni. E' di pochi giorni fa la notizia che la casa automobilistica Torinese ha acquistato circa il 30% di Chrysler cedendo le tecnologie per produrre piccole autovetture come quelle italiane e poi, a distanza di circa 5 giorni, viene pubblicata la notizia che la crisi della Fiat preoccupa il nostro paese per la minaccia di migliaia di posti di lavoro a rischio di licenziamento. Mi sembra una cosa assurda da bambini viziati. Qualche giorno fa la notizia dell'acquisto e oggi: profonda crisi. E nessuno si chiede come mai. Se si è in crisi non si fanno spese colossali.
Quando ero "piccolo" e mio padre mi dava qualche soldo io cercavo di farmelo durare il più possibile. A volte però capitava che mi servisse qualche quaderno nuovo e allora dovevo rivolgermi nuovamente a mio padre per chiedergli dei soldi. Per non dire bugie, sapendo che mio padre mi avrebbe chiesto se avessi avuto ancora dei soldi che mi erano rimasti dall'ultima volta, io li spendevo prima, perché temevo di ricevere da lui i soldi da aggiungere a quelli che mi erano rimasti, per comprare il quaderno. In questo modo io avrei perso la possibilità di usufruire di tutta la cifra ricevuta la prima volta. Spendendo il resto invece i soldi sarebbero stati tutti per me.
Quello che ha fatto la Fiat m'ha ricordato quello che facevo io quando ero piccolo. Come fa la Fiat a spendere ingenti somme di danaro per una operazione come quella dell'acquisto di una buona parte di Chrysler e poi minacciare il licenziamento degli operai per far intervenire lo Stato con gli eco incentivi? Mi sembra una cosa davvero molto strana. E strano è pure, secondo me, che la gente non abbia notato la cosa.

Morti bianche. Incidene sul lavoro al Petrolchimico di Gela.

Un operaio di 34 anni, Salvatore Vittorioso, e' morto al Petrolchimico di Gela oggi alle 21,30 a causa dell'esplosione di un'apparecchiatura sotto pressione. L'operaio, di origine licatese, lavorava per la Ecorigen, azienda che si occupa della rigenerazione dei catalizzatori e degli olii esausti, da otto anni all'interno dello stabilimento petrolchimico di Gela, all'isola 13. La causa dell'esplosione è ancora da accertare. La porta di un forno si sarebbe staccata dall'apparecchiatura colpendo l'operaio che e' stato anche investito dalle fiamme fuoruscite dalla stessa macchina utilizzata per la rigenerazione dei catalizzatori esausti. Il suo corpo, al ritrovamento dei compagni, risultava ustionato ed in parte carbonizzato. Morire di lavoro senza sapere neanche il perché. Di chi sarà stavolta la responsabilità? I cimiteri italiani sono pieni di morti sul lavoro, colpevoli della propria morte imputatagli dai vivi, gestori di vite altrui.

Come nascono le dune a Gela. Smaltire la plastica no?

ti fai del male - Celentano

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