24/10/13

I nostri giovani sono grandiosi. Il nostro presente e futuro.

"La gioventù di oggi è corrotta nell'anima, è malvagia, empia, infingarda. Non potrà mai essere ciò che era la gioventù di una volta e non potrà mai conservare la nostra cultura".
Quanti di noi oggi ripetono questa affermazione e temono realmente la stessa affermazione?
La succitata frase è riportata su una tavoletta di argilla babilonese risalente al 1000 a.C. (La maturità dell'adolescente e del suo educatore; Nello Dell'Agli - EDI OFTES 1988).
Da secoli, anzi da millenni la preoccupazione è sempre la stessa. I nostri giovani, i nostri ragazzi, sembrano non essere preoccupati di nulla. Sembrano non coltivare passioni e non pensare al futuro.
Avete chiesto mai ad un diciassettenne o ad un diciottenne cosa farà da grande? Io lo chiedo spesso a ragazzi dagli 11 ai 19 anni e per un buon 85% (per essere ottimisti) non sa dare una risposta.
Gli undicenni, ma anche i dodicenni se non tredicenni, per la gran parte rispondono che il loro futuro avrà a che fare con lo sport, faranno i calciatori o i cestisti. Le ragazze vogliono fare le ballerine, le pallavoliste, le estetiste o le parrucchiere. Una piccola percentuale riferisce di voler fare l'avvocato, l'ingegnere, il pediatra, il lavoro del padre, l'insegnante o altre professioni. Tutti gli altri ancora non sanno cosa faranno da grandi, ma purtroppo quelli che ancora non sanno continuano a non saperlo fino ai 19 anni, nonostante abbiano scelto il liceo classico o scientifico.
Come mai i nostri giovani non hanno idea riguardo al proprio futuro?
La risposta purtroppo pare essere questa: i nostri giovani non hanno idea riguardo a se stessi!
Già, i nostri ragazzi e i nostri giovani non hanno idea riguardo a se stessi, non sanno di essere importanti, non sanno di avere una grande dignità, di avere dentro delle potenzialità enormi, di essere degli attori importanti nel e del presente e per il futuro. Pensano di non poter fare nulla per cambiare le cose. Pensano di non poter dire nulla per cambiare le cose.
Vero, io parlo da dietro i miei 43 anni. Quando mi dicevano quello che oggi io dico loro, anche a me sembravano delle prediche pesanti e tediose, rivolte sopratutto, o solo, a quelli più capaci, tra i quali io stesso non mi annoveravo.
Altro problema che i nostri giovani manifestano: è la bassa autostima pur avendo dalla loro parte grandi capacità e potenzialità.
Sono intelligenti, belli, capaci, parlano bene, sanno formulare i propri pensieri in modo corretto e col giusto linguaggio, ma non lo riconoscono, non se ne accorgono o peggio non ci credono.
Mi capita di sapere che una bella ragazza pensi di essere brutta, un ragazzo molto intelligente pensi di non esserlo o di essere il contrario.
Perché? Bassa autostima! Dovuta a cosa? A chi? 
Certo i nostri genitori non nascono psicologi e non sempre riescono a farci crescere sicuri di noi stessi e con una corretta autostima. Essere genitori non è il "lavoro" un facile!
Parto da queste osservazioni per proseguire con altre che ho potuto fare nei miei anni di esperienza.
I nostri ragazzi non si fermano a riflettere. Non riflettono sopratutto su se stessi, sul proprio futuro, sui propri progetti di vita. I nostri ragazzi non pensano e non sono forse gli unici a non farlo.
Sono tutti e siamo tutti distratti dai mezzi di distrazione di massa. Occupiamo le nostre giornate in ogni modo: scuola, lavoro, doposcuola, dopolavoro, palestra, calcio, danza, musica, recupero, parrocchia, chiese, internet, computer, console di gioco, etc. Ma un momento di pausa, di stop, per pensare, riflettere, meditare? Nessuno ci insegna a riservare alcuni minuti al giorno per riflettere su noi stessi. Nessuno ci insegna che sia necessario! Il mondo in effetti è andato avanti lo stesso e continuerà a farlo lo stesso anche se non pensiamo.
Alcuni rispondono: "A che serve? Non c'è lavoro! I politici non fanno nulla! Pensano tutti a se stessi! Perché pensare al nostro futuro se già sappiamo che non ci sarà lavoro!
Siamo occidentali e già questo è il nostro problema. Andiamo di corsa, non ci fermiamo, non siamo abituati a fermarci, a meditare. Anche quei momenti fisiologici, di pausa obbligata, sono riempiti da riviste, giornali, tablets, smartphones, console di gioco. Anche "quei momenti" sono riempiti di distrazione.
Già la distrazione!
Una persona distratta, una persona che non pensa, una persona che va di fretta, una persona senza prospettive è una persona che è più facile da condurre, da guidare, da influenzare.
I nostri giovani raccolgono e vivono input comuni come "cogli l'attimo", "divertiti", "sbàllati", "intanto divertiti", "cosa ne abbiamo di questa vita?", "ogni lasciata è persa", "domani si vedrà".
Tutto spinge a non riflettere sul futuro, la progettualità viene scoraggiata, il domani viene offuscato fino a sparire e non ci si accorge che il domani è diventato oggi e che già oggi dobbiamo agire.
I nostri giovani non sono peggiori dei giovani di ieri o di quelli che eravamo noi 30 anni fa circa.
Dobbiamo "solo" renderli più coscienti, più presenti a se stessi, educarli alla riflessione e all'autostima.
I nostri giovani devono sapere che è meglio arrivare preparati alla disoccupazione che rimanere disoccupati perché impreparati.
I nostri giovani devo essere incoraggiati a prendersi carico delle proprie capacità, potenzialità e responsabilità anziché averne paura.
I grandi comunicatori, i politici, il potere, spesso coltivano un futuro di povertà per il "popolo" che ancora non ha gli strumenti per leggere questo tipo di agire pernicioso.
Stanno attaccando la scuola impoverendola, degradandola, provocando un transito dalla scuola pubblica a quella privata. Ma chi potrà permettersi la scuola privata? Provocare l'ignoranza creerà un popolo più debole e più facilmente governabile. Sarà questo il vero motivo di questa manovra?
Intanto i giovani non sono interessati a questo problema perché pensano che appartenga ad un futuro a loro lontano e comunque pensano che la loro voce sia troppo poco interessante per farla sentire.
Scoraggiati, indeboliti, sviati, sminuiti, distratti, confusi, dis-educati, i nostri giovani hanno un'immagine di se e del mondo che non è quella reale.
Insegniamogli ad amare se stessi, ad avere autostima, fiducia in se stessi, che pensare è meglio che avere paura di quel che si riesce a pensare, assecondare le proprie capacità anziché averne timore per le responsabilità che questo comporterà. I nostri giovani sono grandiosi, ma dobbiamo farglielo sapere.

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