10/09/20

Carne da macello i prof per i lettori di Facebook.

tg dicono quello che gli dicono di dire. Per esempio Conte ha detto che "non esisteranno più classi pollaio", il che vorrà dire che le classi aumenteranno, aumenteranno i posti di lavoro, dovranno essere fatti tanti concorsi per l'immissione in ruolo e tanta gente finalmente potrà realizzare la propria vocazione e passione. Ops!!!!! E come mai gli alunni di uno scientifico non hanno neanche il numero di classi adeguato per poter frequentare l'indirizzo scolastico scelto? Diritto allo studio negato (come per l'università)! E come mai non si parla di costruire nuove scuole con aule ampie per contenere l'attuale numero di classi e di alunni per mantenere lo stesso numero di dipendenti per non gravare  sui cittadini? Perché la soluzione sono i banchi!!! Si! La soluzione sono i banchi. Oggi ho visto una classe con 10 banchi. Mentre gli alunni solitamente sono 17-27 per classe ....
C'è qualquadra che non cosa!!!
I banchi erano cambiati forse ma non entravano tutti in quell'aula ....
Quindi a cosa è servito comprare i banchi nuovi se poi comunque gli spazi non sono sufficienti? Ancora non ho capito! Ma i lettori di Facebook sicuramente si!
Ma che c'entra con gli insegnanti fragili? A me è passata una circolare nella quale mi si chiedeva di dichiarare una mia eventuale fragilità se avessi avuto 55 anni. Ma ho 50 anni e sto benone!
Non ho problemi pregressi. Ad oggi non sono fragile.
E vado a scuola sapendo che tra 300 delle persone che lavorano dove lavoro io avranno un marito o una moglie e .. diventano ... facciamo 500 che avranno ... 1-2 figli facciamo 700 persone tra mariti, mogli e figli? (La matematica non sarà mai il mio mestiere), capiterà di avere figli universitari che viaggiano e tornano. Avrò statisticamente la possibilità di incrociare un probabile positivo? Ma io sono incoraggiato da dai lettori di Facebook e faccio il mio lavoro e vado a lavorare nei miei due istituti. Ho 18 classi!! Lo scorso anno 355 alunni che hanno madri e padri e fratelli facciamo altre 700 persone. Io ogni giorno ho 1400 persone diverse che vivono, che si incrociano e stanno attente ma devono andare in bagno, a fare la spesa, baciare la moglie che torna da lavoro, la fidanzata uscita da scuola, chiamare un ascensore, firmare un pacco arrivato, spostare una sedia di un locale messo troppo in mezzo ad un marciapiedi, grattarsi il naso,  etc etc.  Ma il tg ha detto che fragili sono i sessantenni. Che per i lettori di Facebook non possono essere giudicati fragili anche se magari a casa hanno la moglie .... malata, un figlio fragile, o semplicemente la propria vita. Ma è un insegnante e deve fare il suo lavoro a rischio o no! E magari lo fa anche se raffreddato e non ha la febbre perché vuole fare il proprio dovere. Oppure non deve andare? Lo giustificheranno i lettori di Facebook. Ma il prof è uno statale che se vuole, dopo i suoi 20 anni da precario, i suoi 1570 euro circa deve andare a lavoro e non può rimanere a casa per un semplice raffreddore anche se darà l'impressione d'essere l'untore, ma sicuramente non è Covid perché non è fragile e su Facebook dicono che deve andare a lavoro nonostante tutto. E ci sta (forse). Certo non è un lavoratore indipendente. È uno statale che deve camminare a testa china perché al tg qualcuno ha dato del fragile random agli statali che siccome prendono 1560-70 euro al mese deve rischiare di morire e ammazzare i propri cari!!! Ma quanta rabbia ha la gente!!!

10/07/20

Ti amo e ti ascolto.

Saper comunicare è la cosa più importante nella vita con gli altri ma anche con noi stessi. Comunicare e ascoltare sono estremamente importanti. Parliamo con la persona che amiamo. Non diamo per scontate le cose. Esprimiamo i nostri sentimenti. Ascoltiamo seriamente. A volte quando siamo insieme diamo per scontato il ti amo e tutte le altre emozioni che viviamo, esprimiamole. Ascoltiamo quel che ci viene detto. A volte sono avvisi urgenti, sono urla di necessità assolute pronunciate con sensibilità e diplomazia e a volte sottovoce. Potremmo ritrovarci da soli a rimpiangere la nostra superficialità e le cose non capite quando dovevano essere capite.

23/03/20

Usare WhatsApp sul PC



Molti amici e colleghi mi chiedono come si faccia ad utilizzare WhatsApp sul PC.
Ecco qui spiegato come si fa in pochi semplici passaggi.

06/01/20

La morte dell'intelligenza

2020 ho deciso di chiudere Facebook perché lo ritengo inutile, un'accozzaglia di copia-incolla di frasi fatte dagli altri e incarnate da nessuno.
Il mondo sta rotolando giù spinto a calci da tutti, forse anche da me.
Come si spiega che siamo tutti buoni, pacifisti, ecologisti, femministi, inclusivisti, mentalmente aperti, gayfrienly, xenofili, accoglienti, animalisti, onesti, antimafia, garantisti, fedeli, corretti, atei, cristiani, mussulmani, ebrei, buddisti, razionalisti, religiosi, difensori dei diritti, ligi al dovere, incorruttibili, dignitosi, generosi, caritatevoli, misericordiosi, affabili, simpatici, sorridenti e poi il mondo vada come sta andando?
Su Facebook citiamo Gesù, Budda, Gandi, Confucio, il Papa, il Dalai e poi non parliamo con le suocere, con le sorelle, i fratelli, le cognate, i padri, le madri, le mogli, gli amici. Manifestiamo per il disboscamento in Amazzonia ma non per l'acqua non potabile in città. Manifestiamo per i cagnolini che soffrono perché abbandonati e non diciamo nulla dei bambini che nascono malformati a causa dell'inquinamento. Adottiamo i figli a distanza e non scateniamo l'inferno per i bambini rubati alle famiglie per venderli alle altre famiglie. Se un padre sgrida il figlio, gli assistenti sociali glielo tolgono per darlo a chissà chi, mentre vedi bambini di 5 anni "addormentati" a mezzogiorno, in braccio a donne che mendicano sedute a terra all'uscita dei supermercati. Se un padre licenziato per la crisi non può sostenere la famiglia gli vengono sottratti i figli per spostarli in casefamiglia, lontani dall'amore di papà e mamma, al costo di €400 al giorno, anziché dare 1000 euro ad una famiglia in difficoltà. I politici lottano per contrastare la maggioranza più che per realizzare le cose che servono al popolo.
Le informazioni vengono manipolate per condurre il popolo come si desidera e il popolo si lascia condurre docilmente. In altre nazioni se provano a mandarti in pensione a 65 anni scatenano l'inferno e noi che andiamo in pensione a 67 anni ci lamentiamo perché il sacchettino per le banane li paghio un centesimo, però poi paghiamo  oltre 5 euro per un pacchetto di sigarette per farci ammazzare dallo Stato. È tutta una follia. E la gente si rattrista se glielo fai notare. Usare Facebook per dirgli tutto di noi per poi farglielo usare contro di noi. Ormai siamo schiavi di un sistema che ci ha assoggettati e del quale potremmo e dovremmo essere padroni. Ma siamo come conigli paralizzati, accecati dai fari di una macchina.

04/01/20

29/09/19

Povera patria. L'Italia in retromarcia.

Ci hanno rubato la possibilità di essere orgogliosi di essere italiani. Ci hanno rubato il sogno di un lavoro. Ci hanno promesso un mondo migliore mentre gonfiavano le proprie tasche con i soldi della gente che ha lavorato e lavora onestamente. Ci hanno impoveriti e fatti diventare precari. Ci hanno fatto vergognare di essere italiani e ci hanno fatto dimenticare cosa fosse veramente l'Italia. Nel mondo quando si parlava d'Italia si parlava del bel canto, del bel paese, del buon cibo, dell'arte, del diritto, della cultura, dei posti splendidi che la nostra terra ospita e custodisce. L'Italia è sempre stata lo Stile, l'Arte, la Storia, la Cucina, la Cultura, il Bello, la Qualità, la Religione. Adesso quando si parla d'Italia si dice: eh si, sono proprio italiani. E non ci si accorge che quando si sente quest'ultima affermazione rischiamo di esserci dentro anche noi nella mentalità che ha rovinato la nostra faccia. Siamo responsabili tutti. Siamo responsabili noi. Non lamentiamoci se prima noi non facciamo nulla per restituire all'Italia la faccia pulita di coloro che agiscono per il bene comune, per il senso di appartenenza, per una terra che non ha eguali in tutto il mondo. Non permettiamo più a nessuno di avvelenarci, di sporcarci, di truffarci, di raccomandarci, di avvilirci, di svilirci. Cambiamo il mondo cambiando noi stessi.

I giovani si fanno sentire! O no?

Venerdì 27 settembre 2019 a milioni i giovani di tutta Italia hanno invaso le strade delle città per unirsi al movimento avviato da Greta Thumberg. Finalmente il mondo si muove per cambiare le cose?
Possiamo sperare di vedere i giovani impegnati in una svolta civile, quella svolta che gli "adulti" non si impegnano ad attuare da ormai troppo tempo?
In quanto educatore e formatore ho tanta fiducia nelle capacità dei giovani, spesso mi capita di credere più io in loro che loro in se stessi,ma questo è quasi fisiologico alla loro età, ma Greta Thumberg sembra sapere il fatto suo, sembra conoscere anche la comunicazione e non sembra mostrare nessun dubbio su quel che può fare e dire, senza alcun problema di autostima. Ascoltarla mette in soggezione i giornalisti che parlano con lei come se fosse uno scienziato con vecchia esperienza. Sarà forse la sua capacità aumentanta a renderla così lucida e perfettamente collegata alle sue informate risposte.
Greta è mossa da una rigida intelligenza che non sottovaluta i sintomi di un mondo malato e non vuole tacere la colpevole distrazione di coloro che, per scopi meramente economici, continuano a produrre la causa dei disastri ambientali che hanno consegnato ai giovani un mondo che promette poco futuro e tanta sofferenza.
I nostri giovani sono molto più collegati alla realtà di quanto non lo fossimo noi 30 o 40 anni fa. Le nostre informazioni erano prelevate da limitate enciclopedie cartacee, dalle esperienze dei "cugini" o fratelli più grandi e qualche rivista.
Oggi i nostri giovani hanno accesso ad ogni tipo di conoscenza e questo potrebbe permettere loro una evoluzione culturale e generazionale notevole di cui hanno però poca coscienza.
La manifestazione di venerdì 27 settembre scorso ha coinvolto milioni di giovani di tutto il mondo. Una giornata dedicata a cortei nei quali tutti hanno urlato la necessità di fermare il processo di surriscaldamento mondiale.
Quindi è certo: i giovani desiderano cambiare il mondo.
Ma quello che mi chiedo è: vogliono farlo seriamente? 
E poi: chi deve cambiarlo? Lo hanno capito?
Gli adulti hanno capito chi deve cambiare le cose?
A chi tocca la decisione e l'attuazione di questo cambiamento?
I giovani sembrano essere quelli più sensibili a questo problema e proprio una ragazzina ha saputo farsi ascoltare per sottolineare la serietà della situazione.
La manifestazione c'è stata, la voce si è levata e adesso?
Chi ha il potere di mettere in atto la svolta per il cambiamento serio?
Quando chiedo ai ragazzi cosa possono fare, loro dicono di non saperlo, si sentono impotenti e spiazzati.
Personalmente dico loro che il vero più grande potere è nelle loro mani, che hanno più potere di noi adulti e che loro potrebbero veramente guidare e governare il cambiamento, ma non ci credono e pensano che non potrebbero avere la sequela necessaria.
Faccio notare loro che una ragazza di 16 anni è stata capace di attirare l'attenzione e di farsi sentire e seguire da milioni di persone ed ha avuto il coraggio di parlare davanti ai più potenti governanti del pianeta e loro mi hanno risposto che per fare una cosa simile si deve possedere la propensione.
Certo, bisogna avere maturato un forte senso di responsabilità, perché caricarsi di un impegno così grande comporta comunque una grande forza interiore per poter gestire la forte pressione mediatica che questo poi comporterà.
Quindi forse non avremo una Greta nostrana, ok, e allora non possiamo mettere in atto alcun cambiamento?
Premetto che anche io avrei un forte pregiudizio riguardo a certe affermazioni che sembrano preconfezionate, come per esempio: se vuoi cambiare il mondo comincia a cambiare tu.
Affermazione che sembra essere debole ma che ha una immensa importanza se vogliamo creare un cambiamento radicale che possa espandersi a macchia d'olio.
Cosa possiamo fare per imporre un cambiamento?
Io ho fatto le mie riflessioni e le mie deduzioni e una risposta me la sono data.
La soluzione impone una scelta comune che sia di tutti per tutti. Bisogna sensibilizzare tutti perché tutti comprendano la necessità di una scelta personale in comunione con gli altri.
Ma quale tipo di scelta? Cosa può muovere i potenti e le multinazionali verso i nostri interessi dato che i loro interessi sono lontani dai nostri?
Noi un potere lo abbiamo. Se loro sono potenti è perché noi gli abbiamo dato il potere e possiamo toglierglielo se solo agissimo collettivamente.
Ci serve una voce che indirizzi i comportamenti collettivi per guidare il cambiamento. Si può fare con il coinvolgimento delle coscienze di tutti.
Il nostro potere principale è quello economico e possiamo dettare il cambiamento se siamo disposti a rinunciare a parte del nostro non necessario benessere.
La nostra economia è la loro economia e noi non ce ne rendiamo conto.

25/08/19

È tutto normale

Si nasce e ci si ritrova ad esserci.
Ci insegnano ...
Cosa ci insegnano?
Ci insegnano quello che sanno come lo sanno, come fanno loro, come sono riusciti a cavarsela a modo loro, quello che hanno capito loro a modo loro, le cose giuste giuste per loro.
Ci hanno insegnato a difenderci a modo loro. Ci hanno detto di copiare.
Spesso non ce lo hanno neppure detto di copiare e abbiamo copiato comunque e malgrado noi, senza neanche capirlo, senza neanche saperlo.
Abbiamo copiato il loro modo di camminare, il loro modo d'amare, di odiare, di ragionare, di parlare, la mimica, di ridere, di piangere, di fare silenzio o di urlare.
Ci siamo arrangiati, abbiamo copiato, abbiamo chiesto, abbiamo cercato, abbiamo forse risolto, siamo ancora coi nostri dubbi, in attesa di capire come risolvere, andiamo avanti malgrado tutto, malgrado noi.
Non ci hanno detto tutto, non ci hanno insegnato tutto, ci hanno sospinti in avanti in attesa che capissimo da soli che anche loro forse tentennavano, cercavano di capire, stavano in silenzio in attesa di una risposta, e stavano andando avanti anche loro sospinti da forze precedenti che avevano imparato ad assecondare.
Non ci insegnano a fare a modo nostro.
Non ci insegnano che se ne può parlare, che ci si può confrontare, che possiamo fare meglio di loro, che possiamo aggiungere di più, che possiamo essere creativi.
La creatività non è prevista, può risultare bislacca, non comprensibile, fuori dalla norma.
Ci hanno insegnato che uniformarsi è più comodo, più semplice, crea meno problemi, ci rende più uguali agli altri, perché tutti siamo uguali. Ci hanno insegnato a copiare tutti la stessa cosa.
E abbiamo finito col fare la vita che hanno voluto gli altri per noi.
E abbiamo scelto di essere quello che gli altri si aspettavano da noi.
E ci siamo fatti piacere che ci deve piacere.
E ci siamo convinti che siamo normali perché è normale essere uguali.
Abbiamo spento le nostre aspettative, abbiamo spento i nostri sogni, i nostri desideri, abbiamo spento la nostra luce, abbiamo spento la nostra bizzarra creatività così strana e diversa da quella di tutti gli altri.
Abbiamo smesso di ascoltare chi siamo, quello che siamo, i nostri desideri, le nostre passioni, i nostri respiri, le nostre ambizioni, le nostre pulsioni, i nostri corpi, i nostri sentimenti, le nostre nature, la nostra sostanza.
Nessuno ci insegna che bisogna ascoltarsi, che bisogna ascoltare, bisogna capirsi.
È normale avere paura,
normale non capire se stessi,
normale arrangiarsi,
è normale essere insicuri,
è tutto normale.
Pensa una cosa. È normale!
Ma come? E normale ...?
Sei intelligente lo sai cosa è normale! Fidati della tua intelligenza.
Impara ad ascoltarti, meravigliati di te stesso, non scandalizzarti di te stesso.
Ti sorprenderai a piangere senza capire perché, ma ascoltandoti lo scoprirai.
Ti sorprenderai ad essere triste.
Ascolta la tristezza, ti parlerà.
Ascoltati e imparerai a riconoscerti,
sentiti e ti solleverai.
Nessuno ti insegna cosa sono i sentimenti, ma tu ascoltali ti parleranno e capirai meglio chi sei, che sei meravigliosamente te stesso, non necessariamente uguale agli altri, una ricchezza diversa per gli altri.
E imparerai che è normale essere diversi, che puoi trovare ricchezza in ogni cosa, che sei migliore di quel che pensano gli altri e forse anche tu stesso.

Poi per crescere bene trascorri il tuo tempo a tagliare via i pezzi che non ti appartengono, gli schemi copiati dagli altri che poi non erano un gran bel modello ma che ti son serviti ad andare avanti nel miglior modo possibile in quel momento, ad imparare a perdonarti e a perdonare perché se non lo fai vivi male e soffri per persone che comunque portano avanti la propria vita mentre tu sei rimasto fermo a quel giorno, a quel momento e devi perdonarti perché devi volerti bene perche sei la migliore cosa imperfetta che hai ma sei tu e sei importante per te stesso.

Sono tutte cose che nessuno ti insegna, ma a pensarci se anche te le insegnassero non le ascolteresti perché sei arrabbiato, perché cosa vuoi che ti insegnino gli altri, e però qualcuno che ti sta dedicando il suo tempo lo hai anche se non ti conosco, anche se sei distante, anche se sei diverso da me che è più bello perché io sono diverso da te. 

Forse vuoi cavartela da solo perché ti hanno insegnato che devi farcela da solo. Perché poi non lo so, ma qualcuno insegna che te la devi cavare da solo, il che è necessario a volte, si, ma non sempre.

Ma forse ti sto dando consigli che non hai chiesto. 

Come nascono le dune a Gela. Smaltire la plastica no?

ti fai del male - Celentano

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