Da quando Netanihau ha fatto il suo brillante intervento per rimproverare Sanremo che aveva concesso ad un suo cantante di dire stop al genocidio, L’Italia tutta, compresa la sua intellighenzia, Temono di parlare l’italiano. Come tanti bambini adesso, stanno temendo di usare la parola genocidio Per paura d’essere rimproverati e richiamati, redarguiti da un popolo che sta annientando un altro popolo. Davvero abbiamo perso la libertà di utilizzare la nostra lingua per descrivere qualcosa che è talmente vergognosa che non vogliono nemmeno che la si possa apostrofare perché si vergognano di star facendo quello che stanno facendo? Eppure no, non se ne vergognano. Hanno il coraggio di guardarci negli occhi mentre fanno quello che stanno facendo protetti da chissà quale guida suprema che sta lasciando fare una carneficina, attuando quello che un qualsiasi vocabolario definisce genocidio. Voglio sentirmi ancora libero di parlare la mia lingua e di denunciare un genocidio che sta avvenendo ancora nel 2025, quando tutti ci sentiamo abbastanza progrediti ed evoluti. Non posso tacere di fronte ad un genocidio sfacciato protetto da chiunque. Il nostro governo si è piegato in silenzio di fronte ad una guerra che non è guerra perché chi sta subendo non ha neanche più le pietre per poter rispondere però siamo tutti signori, civili, corretti, addirittura santi. Si teme lo uso della parola genocidio, affermando che si sta studiando il caso. Cosa stiamo insegnando ai ragazzi? Quale modello stiamo dando ai ragazzi? Cosa stanno capendo i ragazzi? Cosa c’è da prendere da gente over 40 che gli sta consegnando un mondo intossicato, inquinato, avvelenato, In guerra. Gli stiamo insegnando l’educazione? Quale educazione?
Voglio essere libero di dire: stop al genocidio.
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