It's the number of Usafis or Ausfis.
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and read here: http://www.ausfis.org/Terms.aspx
La nostra società è guidata dagli interessi economici. Tutto invita all'istinto e a vivere il momento senza fermarsi a riflettere. Chi si ferma a riflettere ha un vantaggio sugli altri: la ragione, il pensiero e quindi la capacità di guidare la propria vita con la propria coscienza.
21/02/11
01/02/11
"Dio mio Dio mio perchè mi hai abbandonato?" Il Salmo 22 (21)
"Dio mio Dio mio perchè mi hai abbandonato?
Il Salmo 22 (21)
[1] Al maestro del coro. Sull'aria: "Cerva dell'aurora".
Salmo. Di Davide.
[2] "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Tu sei lontano dalla mia salvezza":
sono le parole del mio lamento.
[3] Dio mio, invoco di giorno e non rispondi,
grido di notte e non trovo riposo.
[4] Eppure tu abiti la santa dimora,
tu, lode di Israele.
[5] In te hanno sperato i nostri padri,
hanno sperato e tu li hai liberati;
[6] a te gridarono e furono salvati,
sperando in te non rimasero delusi.
[7] Ma io sono verme, non uomo,
infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo.
[8] Mi scherniscono quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
[9] "Si è affidato al Signore, lui lo scampi;
lo liberi, se è suo amico".
[10] Sei tu che mi hai tratto dal grembo,
mi hai fatto riposare sul petto di mia madre.
[11] Al mio nascere tu mi hai raccolto,
dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio.
[12] Da me non stare lontano,
poiché l'angoscia è vicina
e nessuno mi aiuta.
[13] Mi circondano tori numerosi,
mi assediano tori di Basan.
[14] Spalancano contro di me la loro bocca
come leone che sbrana e ruggisce.
[15] Come acqua sono versato,
sono slogate tutte le mie ossa.
Il mio cuore è come cera,
si fonde in mezzo alle mie viscere.
[16] È arido come un coccio il mio palato,
la mia lingua si è incollata alla gola,
su polvere di morte mi hai deposto.
[17] Un branco di cani mi circonda,
mi assedia una banda di malvagi;
hanno forato le mie mani e i miei piedi,
[18] posso contare tutte le mie ossa.
Essi mi guardano, mi osservano:
[19] si dividono le mie vesti,
sul mio vestito gettano la sorte.
[20] Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, accorri in mio aiuto.
[21] Scampami dalla spada,
dalle unghie del cane la mia vita.
[22] Salvami dalla bocca del leone
e dalle corna dei bufali.
[23] Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all'assemblea.
[24] Lodate il Signore, voi che lo temete,
gli dia gloria la stirpe di Giacobbe,
lo tema tutta la stirpe di Israele;
[25] perché egli non ha disprezzato
né sdegnato l'afflizione del misero,
non gli ha nascosto il suo volto,
ma, al suo grido d'aiuto, lo ha esaudito.
[26] Sei tu la mia lode nella grande assemblea,
scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
[27] I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano:
"Viva il loro cuore per sempre".
[28] Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra,
si prostreranno davanti a lui
tutte le famiglie dei popoli.
[29] Poiché il regno è del Signore,
egli domina su tutte le nazioni.
[30] A lui solo si prostreranno quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere.
E io vivrò per lui,
[31] lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
[32] annunzieranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
"Ecco l'opera del Signore!".
Il Salmo 22 ha interessato la tradizione giudaica e cristiana e la riflessione patristica che da Giustino (Dialogo con Trifone 96-106) ad Agostino (PL 33,538ss,; 36,167ss.; 41,551) ne ha dato una interpretazione cristologica, ad eccezione di Teodoro di Mopsuestia appartenente alla rigorosa scuola antiochena. Aveva anche occupato una particolare posizione nell'esegesi giudaica pre- e post-cristiana.
"... il Salmo 22 era per l'esegesi giudaica un Salmo profetico delle sofferenze di Ester... La teologia del midrash ne fece un Salmo glorioso e quella di qumran vi raffigurò il pasto escatologico" (Ammassari A., La esegesi giudaica nel Salmo 22, in La religione dei patriarchi, Roma 1976, pp.203-220, in part. pp.219-220). Per l'esegesi giudaica il salmo 22 è in particolare l'incarnazione orante dell'Israele schiacciato e sofferente ma allafine liberato da Dio. Nel medioevo i commentatori giudei, come Rashi e Kimchi, avevano visto nel Samo 22 la biografia della nazione ebraica nel buio dell'esilio ma illuminata anche dalla stella mattutina del Messia. Anche l'esegesi moderna vi ha dedicato vasti approfondimenti ed analisi.
"L'orante del salmo, diversamente da tanti altri supplici, (Sal 7,4-9; 17,1-4.15,26; 59,4-5; 69,5-13...), non tende di far valere la sua innocenza per far decidere Dio a intervenire in nome della giustizia. Malgrado i suoi dolori e le sue grida, quando il suo corpo si sfascia e il suo spirito agonizza, una pace profonda regna nel fondo della sua anima. Geme, si torce, urla la sua sofferenza; ma ritiene inutile e irriverente il voler placare il Dio buono e giusto se non attraverso la semplice esposizione della sua miseria: essa è il solo motivo sufficiente della supplica, sta a Dio vedere la condizione del sofferente e intervenire. Per questo non v'è nessun ricorso alle risorse del pateticofacile ed ostentato: una presentazione commossa, pienamente umana, dei fatti ed è tutto. Il paziente vive un dramma, non ha niente dell'eroe di un melodramma" (Jacquet L.).
Dimensione letteraria
Il Salmo 22 sembra spezzarsi in due parti indipendenti e non unificabili, in due salmi provenienti da situazioni completamente diverse. Da una parte sta l'orante bisognoso, alla soglia della morte, abbandonato dagli uomini e da Dio, solo con la sua disperazione e morte. Dall'altra sta l'orante salvato che ringrazia Dio con un banchetto di sacrificio.
Questa è la situazione letteraria che viene posta dal Salmo 22.
Il salmo effettivamente, per il pathos che lo attraversa è simile a certe pagine strazianti di Giobbe, al terzo e quarto carme del servo di Jahweh (Is. 50,4-11; 52,13-53,12) o alle suppliche più drammatiche del salterio (Sal 69; 71; 102). Ma in realtà nel testo si passa dal dolore del lamento alla pace, al ringraziamento, all'inno di lode. Vi si possono perciò distinguere settori letterari cromaticamente differenti.
Prima grande sezione del salmo: la supplica
Nel salmo la lamentazione si estende dal v.2 al v.22 e quì il sofferente è il modello di ogni altro sofferente: disagio ed emarginazione sociale (vv17-22) causata dai "malfattori" che causano la sofferenza e la supplica in altri salmi, causano dolore fisico e malattia grave, solitudine e silenzio di Dio.
"Questa supplica con forti grida e lacrime" (Eb. 5-7) fa comprendere il dolore, la solitudine, la paura della morte e l'abbandono da parte di Dio che non da alcuna motivazione al lottare. L'io (v.7) si lamenta rivolgendosi ad un tu (vv.4-10) che sembra assente o addirittura indifferente, quasi in un monologo che vede trasformare il lamento in grida ed esclamazioni di fiducia che attorno al v.20 tende a concludersi. Infatti vi si riprende il tema della lontananza di Dio che scompare nel v.22b che nella clausola non del tutto sicura esclama: "Mi hai esaudito!" (secondo il T.M. "tu mi hai risposto" Bible de Jèrusalem "la mia povera (anima)").
Si conclude con un'affermazione gioiosa e riconoscente a Dio questa solenne elegia. Messo da parte il presente ora guarda al futuro.
In questa prima grande sezione del salmo è difficile poi riuscire ad ottenere una organizzazione strutturale, come Beaucamp ha tentato di fare allineando 3 sestine in una prima suddivisione nei vv.4-12 (vv.4-6; 7-9; 10-12) e altre 3 sestine in una seconda suddivisione (vv. 13-14; 15-16; 17-19).
Seconda sezione: il ringraziamento
L'orante del Sal 22 abbandona quindi ogni lamento, che altrimenti sarebbe rimasto senza soluzione, per affidare il suo dolore innocente nelle mani di Dio, trovando quindi, nella logica divina, la pace per la sua ansia lancinante.
La seconda sezione, infatti, si sviluppa dalla gratitudine per la pace riacquistata. Il settore, letterariamente evidente, è chiuso nei vv.23-27 ed appartiene al genere letterario del ringraziamento, che solitamente conclude i salmi di lamentazione, essendo il dolore biblico mai totalmente disperato. La clausola conclusiva del v. 22b apre molto bene il "grazie" a matrice liturgica (vedi i vv. 23-24 e l'"allemblea" dei vv.23 e 26).
In questa sezione si intravede il ringraziamento liturgico: un'introduzione (v.23) inizia il canto corale dell'assemblea (vv. 24-25); dopo di che l'orante, solista, proclama il suo ex-voto (v.26) ed in fine il rito si chiude con un sacrificio di comunione a cui partecipano i poveri di Jahweh (v.27). Lo sfondo del salmo è quello del tempio forse dopo l'esilio, quindi immerso nella desolazione, nell'amarezza, ma attraversato anche dalla fiducia e dalla speranza di un aiuto divino che può dare la liberazione, speranza in Dio che trasforma il salmo in un testo anche "pasquale".
Ci si può chiedere a questo punto però se il canto globale dal v.2 al v.27 suppone una prova ormai superata oppure una semplice speranza nella prova che ancora ha da venire. Molti esegeti optano per la seconda possibilità, dato che il genere letterario della supplica comprende anche il ringraziamento anticipato sia per la fiducia incrollabile nel Dio liberatore, sia per una "captatio benevolentiae" che cerca di stimolare l'intervento di Dio in favore dei suoi fedeli. Si anticipa il ringraziamento anche per la indelebile fedeltà di Dio all'Alleanza stipulata col suo popolo. E' da aggiungere pure che il grido del salmo è troppo vivo e violento per essere solo un ricordo del dolore passato. Per altri esegeti il salmo è un canto elevato a Dio ricordando la passata sofferenza dalla quale si è stati liberati. Si ritiene comunque che sia più probabile la soluzione descritta anche se non si può essere certi su una situazione psicologico-poetica e pur se si considera il "tu mi hai esaudito!" del v.22b (anche se si è incerti sulla sua presenza) che sembra dire la fine di una situazione di forte sofferenza.
Terza sezione: prospettiva messianica.
In questa terza sezione si esalta la regalità di Jahweh (vv.28-32), con un testo che sembra aver poco a che fare con le precedenti sezioni e che ha una forma letteraria non sempre limpida. Questo settore pur se presenta qualche affinità formale tra i vv.31-32 con il 23 resta una sorpresa per la sua apertura ecumenica e per la sua autonomia rispetto al testo precedente. Lipinski afferma che si tratti di un frammento di un salmo a Jahweh re (cfr. Sal 24; 47; 93; 96; 99) almeno per i vv.28-30. Per Gelin, Martin-Achart, Beaucamp e altri sarebbe una rilettura tardiva del salmo ((IV sec. a.C.)in un'ottica escatologica-messianica con sfumature ecumeniche. Per Podechard i vv. da28 a 32 sarebbero un'aggiunta per l'uso liturgico del Sal 22.
Siccome nel SAL 102,19-23 il tema della conversione delle nazioni è usato come motivo di lode per Jahweh re si è certi che i versetti 28-32 sono una aggiunta attualizzante, dal che si spiega il motivo della loro diversità rispetto al corpo precedente. La loro diversità si deduce pure dalla metrica: nei vv. 28-29 abbiamo il ritmo della qinâh o "lamentazione" (3 + 2) e nei vv. 30-32 il ritmo 4+4+4, mentre tutto il resto del carme per lo più 3+3 accenti. In conclusione possiamo dire che il SAL 22 originariamente va dal v. 2 al v. 27 diviso nella forma della supplica, nella prima sezione (vv. 2-22) e di ringraziamento nella seconda vv. 23-27. A queste si è aggiunta una composizione frammentaria dedicata a Jahweh re universale.
ambientazione storico-esistenziale del salmo.
Passiamo ora ad individuare il Sitz im Leben, cioè l'ambito concreto in cui il salmo è nato e di quello in cui si è sviluppato. GBeer pensava che il protagonista del salmo fosse l'intero popolo di Dio soggetto ad una grande prova storica. Questa ipotesi che è stata considerata dai rabbini medievali è stata ripresa da esegeti moderni come W. de Wette, Haléevy, Briggs, Magne, Mannati. Questa ipotesi però è poco probabile in quanto, pur se il Sal 22 è stato utilizzato per secoli nelle celebrazioni del culto, la forte carica personale della supplica emerge su quella comunitaria. Il sofferente non è la voce di un popolo che lamenta problemi generali e nazionali, ma è il grido di un uomo che esprime la sua sofferenza determinata da vari motivi particolari: malattia, povertà, diffamazione, beffe, coscienza della morte e silenzio di Dio.
Alcuni studiosi hanno tentato di dare una interpretazione monarchica del testo, per cui l'orante sarebbe il re di Gerusalemme che, anche se uno, rappresenterebbe tutto il popolo con i suoi problemi e i suoi peccati, per i quali egli stesso si umilia davanti a Jahweh (v. 7; cfr. 1Re 21,29; 2Re 22,19; 2Cr 32,36; 33,12; 34,27).
Continua....
Il Salmo 22 (21)
[1] Al maestro del coro. Sull'aria: "Cerva dell'aurora".
Salmo. Di Davide.
[2] "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Tu sei lontano dalla mia salvezza":
sono le parole del mio lamento.
[3] Dio mio, invoco di giorno e non rispondi,
grido di notte e non trovo riposo.
[4] Eppure tu abiti la santa dimora,
tu, lode di Israele.
[5] In te hanno sperato i nostri padri,
hanno sperato e tu li hai liberati;
[6] a te gridarono e furono salvati,
sperando in te non rimasero delusi.
[7] Ma io sono verme, non uomo,
infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo.
[8] Mi scherniscono quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
[9] "Si è affidato al Signore, lui lo scampi;
lo liberi, se è suo amico".
[10] Sei tu che mi hai tratto dal grembo,
mi hai fatto riposare sul petto di mia madre.
[11] Al mio nascere tu mi hai raccolto,
dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio.
[12] Da me non stare lontano,
poiché l'angoscia è vicina
e nessuno mi aiuta.
[13] Mi circondano tori numerosi,
mi assediano tori di Basan.
[14] Spalancano contro di me la loro bocca
come leone che sbrana e ruggisce.
[15] Come acqua sono versato,
sono slogate tutte le mie ossa.
Il mio cuore è come cera,
si fonde in mezzo alle mie viscere.
[16] È arido come un coccio il mio palato,
la mia lingua si è incollata alla gola,
su polvere di morte mi hai deposto.
[17] Un branco di cani mi circonda,
mi assedia una banda di malvagi;
hanno forato le mie mani e i miei piedi,
[18] posso contare tutte le mie ossa.
Essi mi guardano, mi osservano:
[19] si dividono le mie vesti,
sul mio vestito gettano la sorte.
[20] Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, accorri in mio aiuto.
[21] Scampami dalla spada,
dalle unghie del cane la mia vita.
[22] Salvami dalla bocca del leone
e dalle corna dei bufali.
[23] Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all'assemblea.
[24] Lodate il Signore, voi che lo temete,
gli dia gloria la stirpe di Giacobbe,
lo tema tutta la stirpe di Israele;
[25] perché egli non ha disprezzato
né sdegnato l'afflizione del misero,
non gli ha nascosto il suo volto,
ma, al suo grido d'aiuto, lo ha esaudito.
[26] Sei tu la mia lode nella grande assemblea,
scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
[27] I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano:
"Viva il loro cuore per sempre".
[28] Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra,
si prostreranno davanti a lui
tutte le famiglie dei popoli.
[29] Poiché il regno è del Signore,
egli domina su tutte le nazioni.
[30] A lui solo si prostreranno quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere.
E io vivrò per lui,
[31] lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
[32] annunzieranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
"Ecco l'opera del Signore!".
Il Salmo 22 ha interessato la tradizione giudaica e cristiana e la riflessione patristica che da Giustino (Dialogo con Trifone 96-106) ad Agostino (PL 33,538ss,; 36,167ss.; 41,551) ne ha dato una interpretazione cristologica, ad eccezione di Teodoro di Mopsuestia appartenente alla rigorosa scuola antiochena. Aveva anche occupato una particolare posizione nell'esegesi giudaica pre- e post-cristiana.
"... il Salmo 22 era per l'esegesi giudaica un Salmo profetico delle sofferenze di Ester... La teologia del midrash ne fece un Salmo glorioso e quella di qumran vi raffigurò il pasto escatologico" (Ammassari A., La esegesi giudaica nel Salmo 22, in La religione dei patriarchi, Roma 1976, pp.203-220, in part. pp.219-220). Per l'esegesi giudaica il salmo 22 è in particolare l'incarnazione orante dell'Israele schiacciato e sofferente ma allafine liberato da Dio. Nel medioevo i commentatori giudei, come Rashi e Kimchi, avevano visto nel Samo 22 la biografia della nazione ebraica nel buio dell'esilio ma illuminata anche dalla stella mattutina del Messia. Anche l'esegesi moderna vi ha dedicato vasti approfondimenti ed analisi.
"L'orante del salmo, diversamente da tanti altri supplici, (Sal 7,4-9; 17,1-4.15,26; 59,4-5; 69,5-13...), non tende di far valere la sua innocenza per far decidere Dio a intervenire in nome della giustizia. Malgrado i suoi dolori e le sue grida, quando il suo corpo si sfascia e il suo spirito agonizza, una pace profonda regna nel fondo della sua anima. Geme, si torce, urla la sua sofferenza; ma ritiene inutile e irriverente il voler placare il Dio buono e giusto se non attraverso la semplice esposizione della sua miseria: essa è il solo motivo sufficiente della supplica, sta a Dio vedere la condizione del sofferente e intervenire. Per questo non v'è nessun ricorso alle risorse del pateticofacile ed ostentato: una presentazione commossa, pienamente umana, dei fatti ed è tutto. Il paziente vive un dramma, non ha niente dell'eroe di un melodramma" (Jacquet L.).
Dimensione letteraria
Il Salmo 22 sembra spezzarsi in due parti indipendenti e non unificabili, in due salmi provenienti da situazioni completamente diverse. Da una parte sta l'orante bisognoso, alla soglia della morte, abbandonato dagli uomini e da Dio, solo con la sua disperazione e morte. Dall'altra sta l'orante salvato che ringrazia Dio con un banchetto di sacrificio.
Questa è la situazione letteraria che viene posta dal Salmo 22.
Il salmo effettivamente, per il pathos che lo attraversa è simile a certe pagine strazianti di Giobbe, al terzo e quarto carme del servo di Jahweh (Is. 50,4-11; 52,13-53,12) o alle suppliche più drammatiche del salterio (Sal 69; 71; 102). Ma in realtà nel testo si passa dal dolore del lamento alla pace, al ringraziamento, all'inno di lode. Vi si possono perciò distinguere settori letterari cromaticamente differenti.
Prima grande sezione del salmo: la supplica
Nel salmo la lamentazione si estende dal v.2 al v.22 e quì il sofferente è il modello di ogni altro sofferente: disagio ed emarginazione sociale (vv17-22) causata dai "malfattori" che causano la sofferenza e la supplica in altri salmi, causano dolore fisico e malattia grave, solitudine e silenzio di Dio.
"Questa supplica con forti grida e lacrime" (Eb. 5-7) fa comprendere il dolore, la solitudine, la paura della morte e l'abbandono da parte di Dio che non da alcuna motivazione al lottare. L'io (v.7) si lamenta rivolgendosi ad un tu (vv.4-10) che sembra assente o addirittura indifferente, quasi in un monologo che vede trasformare il lamento in grida ed esclamazioni di fiducia che attorno al v.20 tende a concludersi. Infatti vi si riprende il tema della lontananza di Dio che scompare nel v.22b che nella clausola non del tutto sicura esclama: "Mi hai esaudito!" (secondo il T.M. "tu mi hai risposto" Bible de Jèrusalem "la mia povera (anima)").
Si conclude con un'affermazione gioiosa e riconoscente a Dio questa solenne elegia. Messo da parte il presente ora guarda al futuro.
In questa prima grande sezione del salmo è difficile poi riuscire ad ottenere una organizzazione strutturale, come Beaucamp ha tentato di fare allineando 3 sestine in una prima suddivisione nei vv.4-12 (vv.4-6; 7-9; 10-12) e altre 3 sestine in una seconda suddivisione (vv. 13-14; 15-16; 17-19).
Seconda sezione: il ringraziamento
L'orante del Sal 22 abbandona quindi ogni lamento, che altrimenti sarebbe rimasto senza soluzione, per affidare il suo dolore innocente nelle mani di Dio, trovando quindi, nella logica divina, la pace per la sua ansia lancinante.
La seconda sezione, infatti, si sviluppa dalla gratitudine per la pace riacquistata. Il settore, letterariamente evidente, è chiuso nei vv.23-27 ed appartiene al genere letterario del ringraziamento, che solitamente conclude i salmi di lamentazione, essendo il dolore biblico mai totalmente disperato. La clausola conclusiva del v. 22b apre molto bene il "grazie" a matrice liturgica (vedi i vv. 23-24 e l'"allemblea" dei vv.23 e 26).
In questa sezione si intravede il ringraziamento liturgico: un'introduzione (v.23) inizia il canto corale dell'assemblea (vv. 24-25); dopo di che l'orante, solista, proclama il suo ex-voto (v.26) ed in fine il rito si chiude con un sacrificio di comunione a cui partecipano i poveri di Jahweh (v.27). Lo sfondo del salmo è quello del tempio forse dopo l'esilio, quindi immerso nella desolazione, nell'amarezza, ma attraversato anche dalla fiducia e dalla speranza di un aiuto divino che può dare la liberazione, speranza in Dio che trasforma il salmo in un testo anche "pasquale".
Ci si può chiedere a questo punto però se il canto globale dal v.2 al v.27 suppone una prova ormai superata oppure una semplice speranza nella prova che ancora ha da venire. Molti esegeti optano per la seconda possibilità, dato che il genere letterario della supplica comprende anche il ringraziamento anticipato sia per la fiducia incrollabile nel Dio liberatore, sia per una "captatio benevolentiae" che cerca di stimolare l'intervento di Dio in favore dei suoi fedeli. Si anticipa il ringraziamento anche per la indelebile fedeltà di Dio all'Alleanza stipulata col suo popolo. E' da aggiungere pure che il grido del salmo è troppo vivo e violento per essere solo un ricordo del dolore passato. Per altri esegeti il salmo è un canto elevato a Dio ricordando la passata sofferenza dalla quale si è stati liberati. Si ritiene comunque che sia più probabile la soluzione descritta anche se non si può essere certi su una situazione psicologico-poetica e pur se si considera il "tu mi hai esaudito!" del v.22b (anche se si è incerti sulla sua presenza) che sembra dire la fine di una situazione di forte sofferenza.
Terza sezione: prospettiva messianica.
In questa terza sezione si esalta la regalità di Jahweh (vv.28-32), con un testo che sembra aver poco a che fare con le precedenti sezioni e che ha una forma letteraria non sempre limpida. Questo settore pur se presenta qualche affinità formale tra i vv.31-32 con il 23 resta una sorpresa per la sua apertura ecumenica e per la sua autonomia rispetto al testo precedente. Lipinski afferma che si tratti di un frammento di un salmo a Jahweh re (cfr. Sal 24; 47; 93; 96; 99) almeno per i vv.28-30. Per Gelin, Martin-Achart, Beaucamp e altri sarebbe una rilettura tardiva del salmo ((IV sec. a.C.)in un'ottica escatologica-messianica con sfumature ecumeniche. Per Podechard i vv. da28 a 32 sarebbero un'aggiunta per l'uso liturgico del Sal 22.
Siccome nel SAL 102,19-23 il tema della conversione delle nazioni è usato come motivo di lode per Jahweh re si è certi che i versetti 28-32 sono una aggiunta attualizzante, dal che si spiega il motivo della loro diversità rispetto al corpo precedente. La loro diversità si deduce pure dalla metrica: nei vv. 28-29 abbiamo il ritmo della qinâh o "lamentazione" (3 + 2) e nei vv. 30-32 il ritmo 4+4+4, mentre tutto il resto del carme per lo più 3+3 accenti. In conclusione possiamo dire che il SAL 22 originariamente va dal v. 2 al v. 27 diviso nella forma della supplica, nella prima sezione (vv. 2-22) e di ringraziamento nella seconda vv. 23-27. A queste si è aggiunta una composizione frammentaria dedicata a Jahweh re universale.
ambientazione storico-esistenziale del salmo.
Passiamo ora ad individuare il Sitz im Leben, cioè l'ambito concreto in cui il salmo è nato e di quello in cui si è sviluppato. GBeer pensava che il protagonista del salmo fosse l'intero popolo di Dio soggetto ad una grande prova storica. Questa ipotesi che è stata considerata dai rabbini medievali è stata ripresa da esegeti moderni come W. de Wette, Haléevy, Briggs, Magne, Mannati. Questa ipotesi però è poco probabile in quanto, pur se il Sal 22 è stato utilizzato per secoli nelle celebrazioni del culto, la forte carica personale della supplica emerge su quella comunitaria. Il sofferente non è la voce di un popolo che lamenta problemi generali e nazionali, ma è il grido di un uomo che esprime la sua sofferenza determinata da vari motivi particolari: malattia, povertà, diffamazione, beffe, coscienza della morte e silenzio di Dio.
Alcuni studiosi hanno tentato di dare una interpretazione monarchica del testo, per cui l'orante sarebbe il re di Gerusalemme che, anche se uno, rappresenterebbe tutto il popolo con i suoi problemi e i suoi peccati, per i quali egli stesso si umilia davanti a Jahweh (v. 7; cfr. 1Re 21,29; 2Re 22,19; 2Cr 32,36; 33,12; 34,27).
Continua....
18/01/11
Trasformazione del contratto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato. Per gli Insegnanti di Religione Cattolica.
Dal 13 Gennaio 2011 lo SNADIR ha pubblicato un articolo sull'impugnabilità del proprio contratto di lavoro a tempo determinato per trasformarlo in indeterminato, sollecitando nello specifico, gli insegnanti di religione cattolica, essendone uno dei maggiori sindacati nazionali della categoria. Chi non tirerebbe un sospiro di sollievo scoprendo di poter avere un posto fisso e definitivo? Chi non impugnerebbe la causa? Un dubbio però sorge spontaneo. ... e se fosse un modo per accreditarsi le adesioni al sindacato di tutti gli insegnanti di religione (IRC) precari? Noooo, daai sono cristiani, non farebbero mai una cosa così, sarebbe vergognoso. Sarebbe deprecabile e poco cristiano creare prospettive simili solo per procacciarsi clienti. Sarebbe una bella "class-action" un'azione in questo senso, ma sarebbe ancora più leale e corretta se posta senza condizione di adesione al singolo sindacato. Sarebbe più credibile, vista di buon occhio e gli aderenti sarebbero ancora più numerosi. Naturalmente l'adesione diverrebbe una risposta coscienziosa di gratitudine spontanea dopo la riuscita dell'impresa.
altri rispondono: http://www.elledici.org/scuolaew_allegatiTrasformazione%20rapporto.pdf
altri rispondono: http://www.elledici.org/scuolaew_allegatiTrasformazione%20rapporto.pdf
15/01/11
54,05% dei si. Vince Marchionne.
Se vince il no lascio l'Italia. Il risultato era scontato? Un padre di famiglia com moglie e figli quale alternativa avrebbe a 40 o 50 anni?
14/12/10
POLIDORI: LO SCANDALO DEL CAMBIO IDEA.
La deputata Catia Polidori ha votato contro la mozione di sfiducia al Governo, contrariamente a quanto promesso al suo stesso partito. Al suo voto Barbareschi urla: "troia" . Per alcuni, il suo voto sarebbe stato "causato" dalla promessa, di sostegno, da parte di Berlusconi, dell'impresa di famiglia della deputata, ossia la famosa scuola privata Cepu.
Ma lei dice che Francesco Polidori non è un suo parente, ma un semplice vicino di casa.
Pare invece che sia un suo cugino e Luca Barbareschi addirittura parla di “corruzione di pubblico ufficiale” ed arriva ad affermare che è stata minacciata.
Berlusconi e Francesco Polidori sono anche entrati in contatto il 19 luglio 2010 quando a Novedrate (Como), Berlusconi ha visitato L'eCampus del patron del Cepu riuscendo ad ottenere "una dichiarazione pubblica circa il mantenimento del valore legale del titolo di laurea, a pochi giorni da un pronunciamento opposto del responsabile università del Pdl” e “E’ proprio su questo valore che si regge tutto il sistema delle università telematiche, eCampus inclusa”.
Piccola nota: Francesco Polidori vive nella sua casetta a San Marino, dove risiede da tempo ed è entrato a far parte del corpo diplomatico come “console a disposizione”.
Non si sa mai, un console in uno stato diverso è sempre utile.
Che dire... più si scava nelle notizie e più si trovano intrighi e legami di interessi e affari personali.
Se così non fosse si chiede scusa per il cattivo pensiero che la situazione ambigua ci fa sorgere.
http://archiviostorico.corriere.it/2010/agosto/18/finiana_Mister_Cepu_Cugini_divisi_co_9_100818009.shtml
http://www.campus.it/blog/2010/12/14/sfiducia-bocciata-centra-mr-cepu/
Ma lei dice che Francesco Polidori non è un suo parente, ma un semplice vicino di casa.
Pare invece che sia un suo cugino e Luca Barbareschi addirittura parla di “corruzione di pubblico ufficiale” ed arriva ad affermare che è stata minacciata.
Berlusconi e Francesco Polidori sono anche entrati in contatto il 19 luglio 2010 quando a Novedrate (Como), Berlusconi ha visitato L'eCampus del patron del Cepu riuscendo ad ottenere "una dichiarazione pubblica circa il mantenimento del valore legale del titolo di laurea, a pochi giorni da un pronunciamento opposto del responsabile università del Pdl” e “E’ proprio su questo valore che si regge tutto il sistema delle università telematiche, eCampus inclusa”.
Piccola nota: Francesco Polidori vive nella sua casetta a San Marino, dove risiede da tempo ed è entrato a far parte del corpo diplomatico come “console a disposizione”.
Non si sa mai, un console in uno stato diverso è sempre utile.
Che dire... più si scava nelle notizie e più si trovano intrighi e legami di interessi e affari personali.
Se così non fosse si chiede scusa per il cattivo pensiero che la situazione ambigua ci fa sorgere.
http://archiviostorico.corriere.it/2010/agosto/18/finiana_Mister_Cepu_Cugini_divisi_co_9_100818009.shtml
http://www.campus.it/blog/2010/12/14/sfiducia-bocciata-centra-mr-cepu/
02/12/10
Sallusti, su LA7 offende i precari e la gente in difficoltà.
Sallusti ha offeso la dignità della gente che ha visto crollare la propria vita a causa di tagli sui posti di lavoro, dei tagli operati dallo stato a cominciare nella scuola.
Ha offeso gente che dopo anni (15-20) di lavoro nella scuola e dopo aver acceso mutui, s'è vista tagliata fuori dal proprio posto per i tagli che Berlusconi ha deciso a favore delle scuole private. Per gente che ha investito migliaia e migliaia di Euro nello studio per procurarsi affannosamente un futuro, e ha provato a metter su un progetto di vita fatto di famiglia e casa, sentirsi dire che si è falliti è obbrobrioso, sopratutto da un tizio che sta li chissà perchè e chissà come c'è arrivato.
Il sottoscritto guadagna 1451 euro di cui 300 spesi solo per il carburante che serve per andare a lavorare per conto dello stato in tre diversi paesi distanti tra di loro 20-40-50 chilometri. Pago un affitto e vado a lavorare coi soldi guadagnati dal mio lavoro e senza alcun contributo dallo Stato, anche se vado a lavorare per lo stato.
Se domani, giustamente, gli offesi dal "signor" Sallusti smettessero (e me lo auguro) di comperare "il Giornale" Sallusti chiederebbe i contributi dallo Stato, cosa che "I FALLITI" (creati dallo Stato che ha fallito), come lui li chiama, non hanno e ne mai riceveranno.
Sallusti forse non sa come si campa nel mondo vero, forse non va a fare la spesa perchè manda qualche servo con la macchina del servo.
E' stata una offesa alla quale dovrebbe rimediare immediatamente. Ha offeso me che riesco ancora a fatica a causa dello Stato a vivere, non voglio immaginare come si siano sentiti coloro che realmente sono finiti in rovina a causa dei tagli indiscriminati alle scuole pubbliche per spostare i finanziamenti alle scuole private.
E chi dice che non è vero, argomenti coi riferimenti della riforma per favore.
Ha offeso gente che dopo anni (15-20) di lavoro nella scuola e dopo aver acceso mutui, s'è vista tagliata fuori dal proprio posto per i tagli che Berlusconi ha deciso a favore delle scuole private. Per gente che ha investito migliaia e migliaia di Euro nello studio per procurarsi affannosamente un futuro, e ha provato a metter su un progetto di vita fatto di famiglia e casa, sentirsi dire che si è falliti è obbrobrioso, sopratutto da un tizio che sta li chissà perchè e chissà come c'è arrivato.
Il sottoscritto guadagna 1451 euro di cui 300 spesi solo per il carburante che serve per andare a lavorare per conto dello stato in tre diversi paesi distanti tra di loro 20-40-50 chilometri. Pago un affitto e vado a lavorare coi soldi guadagnati dal mio lavoro e senza alcun contributo dallo Stato, anche se vado a lavorare per lo stato.
Se domani, giustamente, gli offesi dal "signor" Sallusti smettessero (e me lo auguro) di comperare "il Giornale" Sallusti chiederebbe i contributi dallo Stato, cosa che "I FALLITI" (creati dallo Stato che ha fallito), come lui li chiama, non hanno e ne mai riceveranno.
Sallusti forse non sa come si campa nel mondo vero, forse non va a fare la spesa perchè manda qualche servo con la macchina del servo.
E' stata una offesa alla quale dovrebbe rimediare immediatamente. Ha offeso me che riesco ancora a fatica a causa dello Stato a vivere, non voglio immaginare come si siano sentiti coloro che realmente sono finiti in rovina a causa dei tagli indiscriminati alle scuole pubbliche per spostare i finanziamenti alle scuole private.
E chi dice che non è vero, argomenti coi riferimenti della riforma per favore.
29/11/10
Wikileaks. Quale strategia?
Ormai tutti conoscono i Wikileaks, le famigerate informazioni segrete carpite agli Stati da hacker.
Adesso verrà fuori la strategia posta in atto da coloro che intenzionalmente espongono informazioni che i governanti delle potenze mondiali intenzionalmente nascondono.
http://www.nytimes.com/
http://www.guardian.co.uk/
http://www.elpais.com/global/
http://www.lemonde.fr/
Tutti ormai non parlano d'altro.
Adesso verrà fuori la strategia posta in atto da coloro che intenzionalmente espongono informazioni che i governanti delle potenze mondiali intenzionalmente nascondono.
http://www.nytimes.com/
http://www.guardian.co.uk/
http://www.elpais.com/global/
http://www.lemonde.fr/
Tutti ormai non parlano d'altro.
16/11/10
Scusi ho trovato una bomba! E la porta in centro alla guardia di finanza!
E' stata bloccata la Via Ettore Romagnoli in direzione dell'Ufficio Centrale delle Poste di Gela/Guardia di Finanza. Forse un pacco bomba o il sospetto riguardo ad un ordigno? Mistero!
Gli abitanti non sono stati avvisati e i clienti in fila all'ufficio delle poste erano ancora li a far la fila nonostante i blocchi e l'atteggiammento di allerta creato dalle forze dell'ordine e dalla presenza di un furgone degli artificieri dei Carabinieri.
Ultima notizia delle 15 e 25 circa è che pare che un uomo abbia trovato una bomba presso la spiaggia e con molta solerzia l'abbia presa con se per portarla alla Guardia di Finanza per scongiurare ogni rischio ai passanti. Il fatto è che il solerte signore ha portato in auto l'oggetto, fino al parchèggio limitrofo alla posta centrale e alla caserma della Guardia di Finanza. Rimane il dubbio sulla pericolosità dell'oggetto e la sorpresa per il fatto che non sia stato fatto sgomberare l'isolato.
Gli abitanti non sono stati avvisati e i clienti in fila all'ufficio delle poste erano ancora li a far la fila nonostante i blocchi e l'atteggiammento di allerta creato dalle forze dell'ordine e dalla presenza di un furgone degli artificieri dei Carabinieri.
Ultima notizia delle 15 e 25 circa è che pare che un uomo abbia trovato una bomba presso la spiaggia e con molta solerzia l'abbia presa con se per portarla alla Guardia di Finanza per scongiurare ogni rischio ai passanti. Il fatto è che il solerte signore ha portato in auto l'oggetto, fino al parchèggio limitrofo alla posta centrale e alla caserma della Guardia di Finanza. Rimane il dubbio sulla pericolosità dell'oggetto e la sorpresa per il fatto che non sia stato fatto sgomberare l'isolato.

24/10/10
La Francia per le vacanze?
Come forma di protesta e rispetto per il nostro connazionale Daniele Franceschi morto in Francia, in modo assolutamente sospetto e misterioso, ho deciso di disdire un'assicurazione perchè ha sede in Francia.
Dopo gli avvenimenti di cronaca nera nel quale il nostro connazionale ha perso la vita mi pare sia poco ragionevole recarsi in un posto così poco sicuro per la sicurezza del turista italiano. Vero è che Daniele Franceschi è finito nel carcere francese per un reato, ma la pena capitale non credevo fosse in vigore in un paese che si definisce civile, sia essa per cause gravi che lievi e stupide.
Le mie esperienze nelle regioni francesi non sono state delle migliori, oltre al rifiuto di aiutare il turista nella comunicazione in altra lingua, mi sono ritrovato con conti al ristorante non sempre onesti e a volte pesantemente disonesti. Certo parlo della mia personale esperienza. Non è la prima volta che un italiano si ritrovi a vivere esperienze inverosimili in quel di Francia.
Diversi anni fa un italiano è stato scambiato per un terrorista solo perchè una guardia aeroportuale s'era convinta che il suo documento di identità fosse stato falsificato. L'italiano fu messo agli arresti senza alcuna comunicare alla Farnesina l'arresto o il fermo, neppure per chiarire l'identità del nostro connazionale. L'Italia non sembra non meritare il rispetto della Francia e la Farnesina non pare farsi rispettare neppure quando gli rispediscono i cadaveri dei propri cittadini svuotati di organi.
Personalmente credo che la Francia non sarà tra i miei prossimi obiettivi di vacanza ne di spesa alcuna.
Ho un potere, quello di consumatore, anche se medio-basso, e lo esercito.
Dopo gli avvenimenti di cronaca nera nel quale il nostro connazionale ha perso la vita mi pare sia poco ragionevole recarsi in un posto così poco sicuro per la sicurezza del turista italiano. Vero è che Daniele Franceschi è finito nel carcere francese per un reato, ma la pena capitale non credevo fosse in vigore in un paese che si definisce civile, sia essa per cause gravi che lievi e stupide.
Le mie esperienze nelle regioni francesi non sono state delle migliori, oltre al rifiuto di aiutare il turista nella comunicazione in altra lingua, mi sono ritrovato con conti al ristorante non sempre onesti e a volte pesantemente disonesti. Certo parlo della mia personale esperienza. Non è la prima volta che un italiano si ritrovi a vivere esperienze inverosimili in quel di Francia.
Diversi anni fa un italiano è stato scambiato per un terrorista solo perchè una guardia aeroportuale s'era convinta che il suo documento di identità fosse stato falsificato. L'italiano fu messo agli arresti senza alcuna comunicare alla Farnesina l'arresto o il fermo, neppure per chiarire l'identità del nostro connazionale. L'Italia non sembra non meritare il rispetto della Francia e la Farnesina non pare farsi rispettare neppure quando gli rispediscono i cadaveri dei propri cittadini svuotati di organi.
Personalmente credo che la Francia non sarà tra i miei prossimi obiettivi di vacanza ne di spesa alcuna.
Ho un potere, quello di consumatore, anche se medio-basso, e lo esercito.
22/10/10
Rigatoni in Salsa Glicine
La ricetta è assolutamente originale e saporita e particolarmente colorata.
Non userò il solito linguaggio impersonale usato per le ricette. Spero non sia sostanziale.
Per cominciare facciamo rosolare nell'olio d'oliva un aglio e poi aggiungiamo una o due cipolle tagliate finemente. Quando avrete rosolato bene aggiungete mezzo cavolo cappuccio tagliato a julienne, naturalmente quello viola, che nel mio caso in origine era da un chilo. Quando sarà ben cotto aggiungete due bicchieri di latte e portando a bollore ancora un po aggiungete 2 cucchiai di farina e mescolate ancora stando attenti a non far formare grumi, se è il caso aggiunget un bicchiere d'acqua. Aggiungete un po di pepe nero e peperoncino, secondo le dosi di vostro gradimento. Potete aggiungere la salsa ai vostri rigatoni (circa 600gr.) così come l'avete ottenuta oppure per ottenere un aspetto più cremoso e omogeneo è consigliabile utilizzare un mixer ad immersione. Il tutto dovrebbe bastare per 4-5 persone.
Sono graditi i commenti.
Non userò il solito linguaggio impersonale usato per le ricette. Spero non sia sostanziale.
Per cominciare facciamo rosolare nell'olio d'oliva un aglio e poi aggiungiamo una o due cipolle tagliate finemente. Quando avrete rosolato bene aggiungete mezzo cavolo cappuccio tagliato a julienne, naturalmente quello viola, che nel mio caso in origine era da un chilo. Quando sarà ben cotto aggiungete due bicchieri di latte e portando a bollore ancora un po aggiungete 2 cucchiai di farina e mescolate ancora stando attenti a non far formare grumi, se è il caso aggiunget un bicchiere d'acqua. Aggiungete un po di pepe nero e peperoncino, secondo le dosi di vostro gradimento. Potete aggiungere la salsa ai vostri rigatoni (circa 600gr.) così come l'avete ottenuta oppure per ottenere un aspetto più cremoso e omogeneo è consigliabile utilizzare un mixer ad immersione. Il tutto dovrebbe bastare per 4-5 persone.
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