Da tempo ormai se ne sente parlare, ma con la diffusione e l'utilizzo massivo delle nuove tecnologie da parte di persone, anche meno informate e poco istruite, i furti informatici ormai dilagano. Certamente si deve mettere un freno alla mentalità fraudolenta, truffaldina e criminale di molti che ormai non fanno altro che studiare il modo per rubare impunemente. Alcuni passi sarebbero da muovere contro questa pratica criminale.
-Primo passo: sarebbe quello di promuovere una campagna educativa contro i crimini informatici. I ladri di oggi sono i ragazzini di ieri che sono stati educati ed indirizzati male e con falsi ed errati principi. Oggi il ragazzino che approccia la tecnologia ha la passione per la scoperta di scorciatoie all'interno di programmi e giochi o dell'utilizzo gratuito di software che altrimenti sarebbe molto costoso. Quindi l'educazione sarebbe un buon primo passo.
-Secondo passo: è quello di rendere più semplice la possibilità di recapito delle e-mail fraudolente contenente Phishing alla Polizia Postale. Mi sono ritrovato ultimamente un paio di e-mail contenenti Phishing e volendole denunciare ho dovuto registrarmi al sito della polizia che è stato poco chiaro e laborioso. Sarebbe quindi auspicabile la possibilità di eseguire un "inoltra" all'indirizzo della polizia o comunque un processo meno scoraggiante.
-Terzo passo: divulgare una pubblicità informativa contro la clonazione di carte si credito/bancomat, contro lo "Sniffing" cioè le transazioni fatte in rete intercettate ed utilizzate poi per fare ulteriori acquisti all'insaputa del vero proprietario e infine contro il "Boxing" che consiste nella sottrazione delle carte di credito inviate dalle banche ai loro clienti direttamente dalla cassetta della posta.
-Quarto passo: acuire le pene per coloro che si rendono colpevoli di truffa, comminando altre pene per accuse come lo scambio di identità, la truffa aggravata, violazione della privacy e tutto quello che può prevedere il reato di furto aggravato dall'elaborazione del progetto.
-quinto passo: tracciare in qualche modo la provenienza dei virus, worm, trojan, adware ed ogni sorta di software malevolo (malware) che venga installato sul PC di utenti ignari. Ogni programma che invia informazioni all'esterno senza il consenso del proprietario dell'informazione deve essere perseguito. Ogni produttore, mandante e beneficiario dall'utilizzo di una simile tecnologia merita di essere punito come nel caso indicato al quarto passo.
-Sesto passo: rendere obbligatoria, nei confronti di chiunque produca software o lo proponga a terzi, l'esplicitazione in modo semplice ed evidente, tramite avviso preliminare visivo (icona o logo identificante), che il software che si sta per utilizzare è atto a raccogliere dati personali (abitudini, preferenze, scelte di consumo etc.) e ad inviarli ad alcune società, indicandone anche quali sono le società mandanti e quelle beneficiarie dei dati raccolti e per quali fini.
Certo tutto ciò sembra esagerato, ma nella società attuale nella quale si ricava anche dalle vendite dei dati personali di comuni cittadini che sono già stati impegnati nell'acquisto di prodotti a prezzo pieno, credo che sia doveroso proteggerne la privacy o rendere gratuito il software implementato allo scopo di raccogliere dati sensibili, lasciandone la scelta al cliente finale.
Attualmente molti dei software installati nei nostri PC hanno lo scopo di registrare le nostre abitudini di navigazione, dicendo di noi cosa mangiamo e come vestiamo, quanto guadagniamo e quanto tempo trascorriamo su ogni singola pagina internet e questo deve essere utilizzato anche a nostro favore dietro nostra scelta.
Colgo l'occasione di ringraziare ancora l'On. Cassinelli che sta rendendo possibile l'intervento diretto del singolo cittadino nello sviluppo dei propri diritti, aprendo al dialogo un ambiente che è del cittadino, ma nel quale il cittadino non è mai entrato con alcuna proposta o contributo personale diretto.
-Primo passo: sarebbe quello di promuovere una campagna educativa contro i crimini informatici. I ladri di oggi sono i ragazzini di ieri che sono stati educati ed indirizzati male e con falsi ed errati principi. Oggi il ragazzino che approccia la tecnologia ha la passione per la scoperta di scorciatoie all'interno di programmi e giochi o dell'utilizzo gratuito di software che altrimenti sarebbe molto costoso. Quindi l'educazione sarebbe un buon primo passo.
-Secondo passo: è quello di rendere più semplice la possibilità di recapito delle e-mail fraudolente contenente Phishing alla Polizia Postale. Mi sono ritrovato ultimamente un paio di e-mail contenenti Phishing e volendole denunciare ho dovuto registrarmi al sito della polizia che è stato poco chiaro e laborioso. Sarebbe quindi auspicabile la possibilità di eseguire un "inoltra" all'indirizzo della polizia o comunque un processo meno scoraggiante.
-Terzo passo: divulgare una pubblicità informativa contro la clonazione di carte si credito/bancomat, contro lo "Sniffing" cioè le transazioni fatte in rete intercettate ed utilizzate poi per fare ulteriori acquisti all'insaputa del vero proprietario e infine contro il "Boxing" che consiste nella sottrazione delle carte di credito inviate dalle banche ai loro clienti direttamente dalla cassetta della posta.
-Quarto passo: acuire le pene per coloro che si rendono colpevoli di truffa, comminando altre pene per accuse come lo scambio di identità, la truffa aggravata, violazione della privacy e tutto quello che può prevedere il reato di furto aggravato dall'elaborazione del progetto.
-quinto passo: tracciare in qualche modo la provenienza dei virus, worm, trojan, adware ed ogni sorta di software malevolo (malware) che venga installato sul PC di utenti ignari. Ogni programma che invia informazioni all'esterno senza il consenso del proprietario dell'informazione deve essere perseguito. Ogni produttore, mandante e beneficiario dall'utilizzo di una simile tecnologia merita di essere punito come nel caso indicato al quarto passo.
-Sesto passo: rendere obbligatoria, nei confronti di chiunque produca software o lo proponga a terzi, l'esplicitazione in modo semplice ed evidente, tramite avviso preliminare visivo (icona o logo identificante), che il software che si sta per utilizzare è atto a raccogliere dati personali (abitudini, preferenze, scelte di consumo etc.) e ad inviarli ad alcune società, indicandone anche quali sono le società mandanti e quelle beneficiarie dei dati raccolti e per quali fini.
Certo tutto ciò sembra esagerato, ma nella società attuale nella quale si ricava anche dalle vendite dei dati personali di comuni cittadini che sono già stati impegnati nell'acquisto di prodotti a prezzo pieno, credo che sia doveroso proteggerne la privacy o rendere gratuito il software implementato allo scopo di raccogliere dati sensibili, lasciandone la scelta al cliente finale.
Attualmente molti dei software installati nei nostri PC hanno lo scopo di registrare le nostre abitudini di navigazione, dicendo di noi cosa mangiamo e come vestiamo, quanto guadagniamo e quanto tempo trascorriamo su ogni singola pagina internet e questo deve essere utilizzato anche a nostro favore dietro nostra scelta.
Colgo l'occasione di ringraziare ancora l'On. Cassinelli che sta rendendo possibile l'intervento diretto del singolo cittadino nello sviluppo dei propri diritti, aprendo al dialogo un ambiente che è del cittadino, ma nel quale il cittadino non è mai entrato con alcuna proposta o contributo personale diretto.
Nessun commento:
Posta un commento
Esprimiti anche tu. Di pure quello che pensi dei miei post. Sarà comunque pubblicato. Saranno eliminati riferimenti non rispettosi nei confronti di terzi. Puoi dire tutto quello che vuoi.